PROLOTERAPIA (PT)

 

> CONSENTE DI RINFORZARE LE STRUTTURE ARTICOLARI E LE INSERZIONI TENDINEE

> UTILIZZA INFILTRAZIONI DI SOSTANZE NATURALI

> MOLTO UTILE PER GLI SPORTIVI

 

 

PROLOTERAPIA

La proloterapia (PT) prende il nome dall’inglese “Proliferative Therapy”, ovvero terapia
proliferativa. E’ una metodica che ha origini molto antiche, che promuove la proliferazione di nuovi tessuti, a livello connettivale, in particolare alle inserzioni tendinee, legamentose, capsulari. 

Lo stimolo alla proliferazione si ottiene infiltrando i tessuti interessati con sostanze naturali, tra le più utilizzate soluzioni di glucosio a diverse concentrazioni.

Le microlesioni provocate dall’ago durante il processo di infiltrazione e il glucosio depositato in piccole quantità nei tessuti da rigenerare, innescano una reazione infiammatoria acuta locale, richiamando ed attivando una serie di cellule e fattori di crescita.

Ad una iniziale breve fase di infiammazione segue un processo di rigenerazione/rimodellamento, della durata di settimane-mesi. 

La PT è indicata principalmente nelle situazioni di debolezza / degenerazione delle strutture
connettivali: microinstabilità, lesioni legamentose e capsulari parziali, tendinosi, meniscopatie, fasciopatie (generalmente e scorrettamente chiamate tendiniti e fasciti), artrosi.

Il nostro apparato locomotore è un complesso e delicato sistema di "tensegrità": segmenti rigidi (le ossa) tenuti insieme ed in movimento da una serie di strutture di connessione: capsule articolari, legamenti, tendini e muscoli. il tutto in un equilibrio di tensione (integrità tensionale o tensegrità). Ogni struttura ha un suo preciso compito biomeccanico. Le capsule ed i legamenti sono fissatori statici. I muscoli, attaccati alle ossa attraverso i tendini, sono fissatori dinamici e motori dei movimenti. Quando uno o più fissatori non svolgono correttamente il proprio compito, si parla di instabilità, ed altre strutture vengono sovraccaricate, alla ricerca di un nuovo equilibrio (sia statico che nei movimenti). Purtroppo questi meccanismi di compenso non sono mai "gratis". Per periodi limitati e/o per problematiche lievi, possono essere asintomatici e non provocare danni rilevanti. Alla lunga e sopratutto in caso di richieste funzionali importanti (sovrappeso, atleti, lavori pesanti), si manifestano invece con ipertono, contratture, accorciamenti muscolari, paramorfismi, tendinosi, ed usura articolare, legamentosa e tendinea. Lo stadio finale di questi percorsi sono le articolazioni completamente sovvertite che vengono ad oggi sostituite con protesi.


La proloterapia agisce appunto sulle strutture stabilizzatrici, rigenerandole e rinforzandole. Mira quindi a  restituire la funzione originaria, per quanto possibile. E' evidente che un legamento o un tendine completamente "rotto" hanno poche o nulle possibilità di rigenerarsi, mentre delle microlesioni e dei danni allo stadio iniziale ne hanno molte di più.

 

Ci sono poi una serie di elementi da valutare ed eventualmente correggere, per avere i migliori risultati, oltre alle strutture danneggiate e che saranno trattate con la proloterapia.

La biomeccanica del soggetto, la postura, la sua situazione metabolica ed ormonale, lo stato nutrizionale, eventuali abitudini come il fumo di sigaretta e il sovrappeso.


In genere, come intuibile, minore è il danno da correggere, più rapidi e completi sono I risultati.
In caso di articolazioni completamente usurate e sovvertite, è impossibile pensare da una rigenerazione con ritorno ad una condizione di normalità. E' peraltro talvolta possibile migliorare in modo sufficiente per evitare di dover utilizzare farmaci cronicamente, per lo svolgimento delle comuni attività quotidiane.
Gli eventuali fattori associati, se correggibili, vengono poi valutati e corretti (integratori alimentari, corretto movimento, dieta, interruzione di abitudini dannose come il fumo, etc).

La riabilitazione - educazione posturale, trattamenti fisioterapici ed osteopatici, sono estremamente utili. Sia perchè “guidano” la rigenerazione nella direzione voluta, proprio orientando e stimolando le strutture ad organizzarsi nel modo più utile per le richieste funzionali, sia perchè insegnano al soggetto come muoversi per utilizzare al meglio le proprie articolazioni riducendone il consumo.


Il campo di applicazione della proloterapia è molto ampio: dolori cervicali, dorsali, lombari, sciatica, periartriti di spalla, epicondiliti, artrosi di ginocchio, anca e della maggior parte delle altre articolazioni (mani, piedi, caviglia, etc), meniscopatie, fascite plantare, esiti post chirurgici e problematiche legate ad attivita’ sportive.

La metodica prevede una visita iniziale in cui si fa una diagnosi ed una proposta terapeutica. Nei casi in cui si consiglia la proloterapia si spiegano nei dettagli la metodica, i tempi, i costi, le eventuali altre terapie da associare, e quali risultati si possono pensare di conseguire.  

Potrebbero essere richiesti esami diagnostici, in particolare per valutare alcuni parametri metabolici ed ormonali, che se alterati vanno corretti per ottenere i migliori risultati.

In genere sono necessari almeno tre trattamenti infiltrativi a distanza di un mese tra loro. In alcuni soggetti ne servono un numero maggiore. I trattamenti sono eseguiti in anestesia locale, e prevedono spesso numerose infiltrazioni. A seconda delle condizioni, può essere consigliato un periodo di riposo di 1-2 settimane, dopo ogni trattamento. In casi particolari può essere necessario un periodo di riposo più prolungato e talvolta anche una immobilizzazione con tutore.

 

Come indicazione di massima, in caso di trattamenti impegnativi, lavori pesanti ed attività sportive vanno sospesi per le prime settimane e ripresi iniziando con carichi modesti (25% di quelli precedenti) ed aumentati nel giro di alcune settimane. Il ritorno alle attività intense pre trattamento si consiglia avvenire dopo 6-8 settimane dall'ultimo trattamento.

 

Queste sono indicazioni generali. Ogni caso viene valutato singolarmente. Ci sono molte situazioni in cui non è possibile interrompere le attività (per calendari agonistici piuttosto che necessità di lavoro). Ci sono anche alcuni soggetti, in genere sportivi dilettanti, che non seguono le indicazioni e tornano precocemente all'attività. In questi casi si ottengono comunque risultati, anche se inferiori a quelli che si ottengono con un adeguato protocollo di riposo - riabilitazione.